Canali Minisiti ECM

Continua il boom di trapianti anche nel 2018

Sanità pubblica Redazione DottNet | 18/12/2018 14:31

L'Italia è ormai un modello di riferimento all'estero

 Il settore dei trapianti in Italia è un'eccellenza, non solo per i numeri ma anche per una serie di innovazioni frutto dell'esperienza italiana e che stiamo 'esportando'. A fare il punto è stato il Centro Nazionale Trapianti, durante il quale sono state anche presentate le previsioni per il 2018, che confermano il 'boom' dello scorso anno. "Sono dati positivi, perchè 'consolidano' il salto che è stato fatto nel 2017, e fanno vedere che molte regioni superano i 30 e vanno verso i 40 donatori per milione. - ha sottolineato il direttore del Centro Nazionale Trapianti Alessandro Nanni Costa -. Guardando il trend risulta evidente che negli ultimi 15 anni la Rete Trapianti ha avuto una crescita grazie ad una forte componente innovatrice".

Tra le diverse innovazioni nell'attività del 2018, ha sottolineato Costa, c'è stato l'inizio a Padova del programma per le catene di trapianti di rene tra coppie incompatibili innescata da donatore deceduto, il primo al mondo e che ora viene copiato dagli altri paesi oltre che esteso al resto d'Italia. Da segnalare anche il consolidamento del programma di trapianti da donatori a riceventi Hiv positivi e la pubblicazione dei risultati degli studi sull'effetto dell'attività fisica sui trapiantati, basato su un database unico al mondo, che ha mostrato grandi benefici dell'esercizio sia per la qualità della vita dei trapiantati sia per la sopravvivenza stessa dell'organo. Secondo i dati presentati la previsione per quest'anno è di avere 1672 donatori, pochi meno dei 1714 del 2017 ma sempre molti di più dei 1480 del 2016. Il numero totale di trapianti da donatore cadavere saranno 3419, di cui 1842 di rene, 1212 di fegato, 227 di cuore, 140 di polmone.  Al sud ci sono meno donatori e le opposizioni, che sono stabili intorno a 30%, sono maggiori.

pubblicità

Fra gli esempi positivi c'è però la Sardegna, che addirittura riesce ad 'esportare' organi nelle altre regioni e che assomiglia per numeri a una regione del nord. Per quanto riguarda le liste d'attesa, che in totale hanno 8765 pazienti, il sistema ha registrato un calo dei pazienti in quelle per il rene, mentre per gli altri organi sono sostanzialmente stabili. Ad aiutare l'attività dei trapianti c'è anche la sempre maggiore adesione dei comuni alla possibilità di trasmettere le volontà. Nel 2018 sono arrivati a 5435, il doppio rispetto al 2017, e coprono l'85% della popolazione italiana. 

Commenti

I Correlati

Gianni Rezza: "Il piano pandemico aggiornato c'è, ma va approvato e ben finanziato". Il punto sulla trasmissione da uomo a uomo

"Le misure mirate al contrasto delle liste d'attesa contenute nelle proposte di legge all'esame della Camera rischiano di essere insufficienti"

Duemila trapianti allogenici da donatore, 3.500 trapianti autologhi, dal 2019 oltre 900 procedure di terapia cellulare CAR-T

Nocco, presidente AIIC, “Tutto il Paese e tutta la sanità con i suoi infiniti snodi, si attendono dalle soluzioni e dalle innovazioni tecnologiche un contributo effettivo in termini di miglioramento dei servizi, di qualità organizzativa, di ridimensi

Ti potrebbero interessare

"Le misure mirate al contrasto delle liste d'attesa contenute nelle proposte di legge all'esame della Camera rischiano di essere insufficienti"

Circa 45mila i pazienti in cura in Italia

Sia in valore pro capite che in percentuale del Pil

“Proposte condivise da un’ampia rappresentanza di stakeholder che presentiamo alle istituzioni e alla politica per migliorare e efficientare il sistema”

Ultime News

La MIP-C si può sviluppare anche in chi ha avuto il virus lieve

Pubblicate sull’European Journal of Cancer le raccomandazioni stilate da esperti provenienti da 5 continenti e da società scientifiche internazionali

Radiologi e clinici del Policlinico Gemelli hanno ideato un metodo per 'taggare' con una piccola spirale metallica (microcoil) queste lesioni

Di natura infiammatoria cronica e progressiva, è provocata da un “corto circuito” del sistema immunitario. Interessa l’esofago causandone il restringimento. La sua principale conseguenza è che diventa difficile, a volte impossibile, la deglutizione